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Locatie: Sesto al Reghena, Pordenone, Friuli Venezia Giulia, Italië
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I Molini di Stalis sono un complesso di mulini recentemente restaurati grazie ad un intervento di recupero promosso dal Comune di Gruaro e dalle Province di Venezia e Pordenone. Sono collocati sugli argini e su un’isola in mezzo al fiume Lemene, nei pressi di un antico guado.
I Molini di Stalis, che sorgono esattamente sul confine tra il Friuli Venezia Giulia e il Veneto, lungo il corso del fiume Lemene, hanno una storia che è strettamente legata a quella della vicina Abbazia di Santa Maria di Sesto. La data fondamentale per questa località è il 1182, quando Papa Lucio III promulgò una Bolla con cui estendeva la protezione papale sui benedettini di Sesto e confermava i privilegi dell’antica Abbazia. In questo documento vengono citate anche Vincaretum cum curte e Staules cum curte.
Ma che cos’era una curtis? Indicava un’organizzazione di persone e mezzi con una determinata funzione economica. Nel nostro caso l’etimologia del termine Stalis – che significa, evidentemente “stalla” – ci aiuta a comprendere che vi erano dei ricoveri per animali nell’ambito di una proprietà più vasta. La signoria dell’Abbazia su Stalis venne poi confermata da Papa Gregorio IX nel 1236 e poi da una sentenza favorevole all’Abate Ermanno del 1298.
Come vedete, fino a questo punto i documenti non parlano di alcun mulino, che è la principale caratteristica funzionale e paesaggistica di questo bel luogo.
I primi documenti che attestano con certezza l’esistenza dei Molini risalgono al 1432, quando lo stato patriarcale era già stato inglobato all’interno della Serenissima Repubblica di Venezia e Abate di Sesto era Tommaso de’ Savioli, ultimo tra gli abati residenziali. Altri documenti che interessano Stalis risalgono:
- al 1522, ed attestano l’obbligo degli abitanti di Bagnara (frazione dell’odierno comune di Gruaro) ad andare a macinare i propri grani a Stalis;
- al 1583, e consistono in un contratto di affitto per sette anni del mulino, comprese stalle, sega, mole, macioli e peschiera;
- al 1656, e si tratta di una rilevazione annonaria che fotografa, a Stalis, la presenza di 21 uomini, 15 donne, 6 bimbi e 8 bimbe, per un totale di 50 persone;
- al 1688, quando compaiono due famiglie legate alla storia successiva del mulino: i portogruaresi Tasca come proprietari e i Brussolo come mugnai.
L’ultimo fondamentale documento che conclude la storia più risalente del sito è il Catasto Napoleonico, quando i Molini vennero aggregati al territorio del Comune di Gruaro, e quindi definitivamente separati da Venchiaredo.
Nell’800 e nel ’900 l’agricoltura, e, quindi, il paesaggio subiscono rilevanti trasformazioni: l’arte molitoria subisce un irreversibile declino.
Del 1810 è la descrizione nel citato catasto napoleonico, che attesta la presenza di un mulino a quattro ruote, fronteggiato, sul lato destro del fiume, da una casa, un filatoio e una sega. Nel 1839, in base ad un rilievo austriaco, il mulino compare diviso in due parti: un mulino da grano ad acqua e un mulino da grano con pila da orzo. Sull’argine destro troviamo due case coloniche e una sega da legname ad acqua.
A grandi passi ci affacciamo nel pieno ’900, quando l’attività lavorativa è proseguita ininterrotta fino all’inizio della II Guerra Mondiale. Al termine del conflitto i mulini ripresero l’attività macinando prevalentemente mais.
Il mulino sull’isola funzionò fino al 1960 circa.
5 juni 2021
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