È stato nel giorno dell'equinozio di primavera che abbiamo deciso di fare questo breve viaggio di due giorni partendo da casa, a Bassano del Grappa. Le previsioni non erano per nulla favorevoli, ma Flavio e Lucia hanno accolto la proposta con entusiasmo.Messo un paio di calzini di ricambio e l'impermeabile nostro e di Bianca, la canetta, in borsa, applicato un po' d'olio alla catena e rimpinguato il sacchetto di datteri siamo partiti verso est, determinati a raggiungere il fiume Piave per poi risalirlo fino a Visome, poco dopo Belluno, dormire in un bed& breakfast e tornare il giorno dopo costeggiando prima il Piave e poi il Brenta.Nel preparare la traccia mi sono divertita molto nell'inserire più strade sterrate possibile ed è venuto un bel mix di stradine secondarie asfaltate e sterrati immersi nei boschi, tra i vigneti o in mezzo a campi coltivati. Le cose che mi sono piaciute di più: i cari sterrati ai piedi del Grappa (ciao Grappa, tra un po' ci rivediamo in cima), i muretti mozzafiato (nel senso letterale del termine) sulle colline di Valdobbiane, il borgo di Revine Lago con le sue case in pietra e il suo loquace silenzio, il lungolago di Santa Croce, la vista di Belluno al crepuscolo con quella luce speciale arrivata dopo la tempesta, lo sterrato nel bosco lungo il ruscello da cui si è alzato maestoso un airone cenerino, il kebab di Feltre (con la fame da salita mi è piaciuto un sacco, il migliore di sempre) e infine Incino e la stradina scavata nella roccia. Bici consigliata: gravel, MTB o bici da cicloturismo. Il giro non ha niente di tecnico o troppo impegnativo, volevamo solo stare un po' in bici e ricordarci le sensazioni del viaggio.Lezione imparata: a volte è bello partire anche se le condizioni non sono perfette. Abbiamo preso grandine e ci abbiamo riso sopra. Altra lezione imparata: meglio portare con sé un po' di contanti. Volevamo tanto una pizza, con la fame da salita, ma eravamo tutti e tre sprovvisti di contanti e nessuna pizzeria ci faceva pagare con il bancomat. Abbiamo ripiegato su un toast, il più buono della storia. Viva la fame da salita!